Che cos’è la Terapia Familiare centrata sul Figlio?

La Terapia Familiare centrata sul Figlio è un nuovo modo di intendere la terapia familiare fondato sul fatto che la famiglia è un sistema relazionale complesso caratterizzato da una “struttura gerarchica di natura funzionale”, differentemente da quanto si osserva per altri sistemi relazionali, primo fra tutti quello della coppia affettiva dal quale la famiglia deriva.

Tale struttura gerarchica riguarda in special modo i sottosistemi che nel loro insieme formano tale sistema complesso, dando vita alle dinamiche che regolano i rapporti interni o con l’ambiente sociale (vedi i rapporti con i parenti, quelli sociali, con la scuola e via dicendo).

La considerazione di tale gerarchia appare di fondamentale importanza sia per comprendere l’origine dei problemi che affliggono la famiglia, soprattutto nel corso dello sviluppo del figlio, sia al fine di scioglierne i nodi relazionali.

Come nasce questo nuovo modello di intervento?

La Terapia Familiare centrata sul Figlio nasce dall’osservazione per cui nel momento in cui si interviene sul figlio come “paziente designato”, anche se sul momento le questioni possono sembrare risolte con il passar del tempo i problemi tendono ad aggravarsi, finendo per coinvolgere l’intero sistema. Ciò diviene purtroppo evidente quando il latte è già stato versato, nel momento cioè in cui il figlio raggiunge la preadolescenza e soprattutto l’età adolescenziale.

Questa situazione a volte si osserva in occasione dell’intervento istituzionale sulla famiglia afflitta da una qualche forma di criticità, allorché gli operatori si rivolgono in modo elettivo o prevalente al minore piuttosto che all’intero sistema o al sottosistema dei genitori.

In realtà tale sottosistema ne rappresenta due in uno, giacché si articola in quelli della “coppia affettiva” e della “coppia di caregivers”: confondendo questi due sottosistemi si incorre negli effetti paradossali dovuti alla confusione di due diversi livelli funzionali, errore che può rivelarsi denso di effetti collaterali.

A che cosa serve la Terapia Familiare centrata sul Figlio?

La Terapia Familiare centrata sul Figlio fornisce una mappa della sua organizzazione interna, mappa che indica come “procedere per via gerarchica” in sede di intervento.

Dopo aver identificato il sottosistema che dà origine al problema, spesso diverso da quello che manifesta il disagio, il terapeuta della famiglia può agire a monte, evitando di intervenire in modo puramente sintomatico come spesso accade nel momento in cui il figlio inizia a manifestare segni di disagio, come una sorta di megafono del malessere familiare.

L’intervento potrà articolarsi in quattro fasi, prevedendo la drammatizzazione della “sceneggiatura familiare”, l’adozione della strategia sistemico-partecipativa secondo i modelli del monitoring, del coaching, del modeling come di specifici protocolli.

Quali sono i vantaggi che la Terapia Familiare centrata sul Figlio permette di ottenere?

La Terapia Familiare centrata sul Figlio mostra un importante risvolto psicopedagogico, suggerendo ai genitori come ripristinare un adeguato funzionamento della famiglia.

Nel momento in cui si devia dalla logica sottesa a tale struttura si registrano conseguenze più o meno gravi ai danni del figlio, come si evince dagli studi sugli effetti dell’alienazione genitoriale (spesso confusa con la PAS, la parental alienation syndrome descritta da Richard Gardner).

Questo metodo permette al terapeuta della famiglia di identificare il “controller sistemico”, ossia l’elemento (un individuo, un sottosistema, un comportamento specifico) dotato del maggior potere di influenzare le dinamiche della famiglia, in senso negativo o positivo.

Come si apprende la Familiare centrata sul Figlio?

La Terapia Familiare centrata sul Figlio si apprende attraverso un percorso di formazione rivolto ai terapeuti della famiglia e della coppia: psicologici, psicoterapeuti, psichiatri, psicopedagogisti